Il brevetto Enea realizzato nel centro ricerca di Frascati permetterà di ispezionare l’interno dei reattori per fusione nucleare
E’ stato realizzato nel Centro di ricerca di Frascati e brevettato dall’Enea, un sistema ottico dotato di specchi rotanti che consentirà di effettuare ispezioni mai realizzate in precedenza all’interno delle macchine nucleari, senza interrompere l’attività e ridurre la produzione di energia. Lo evidenzia Eneainforma, la newsletter Enea.
Ispezionare l’interno dei reattori per fusione nucleare è, da sempre, considerata un’operazione sfidante: adesso, grazie ad un occhio elettro-ottico costituito da specchi montati su basi rotanti sarà possibile eseguire scansioni ad alta velocità e risoluzione, trasmettendo i dati in tempo quasi reale al computer. L’occhio capace di vedere in un ambiente così complesso è un laser-radar, in grado di effettuare indagini e verifiche in presenza di alte temperature, vuoto, agenti chimici, radiazione gamma e flussi neutronici. Nello specifico, si tratta di un fascio laser che viene ‘inviato’ all’interno della macchina nucleare per studiarne le caratteristiche di riflessione attraverso le superfici scansionate.
Questo sofisticato sistema è pilotato da motori ceramici in grado di resistere alle radiazioni (i cosiddetti hard rad) e di non subire influssi da campi magnetici elevati. La compattezza e la robustezza di questa nuova configurazione consentono di risolvere le problematiche dei sistemi di scanning in luoghi ostili, dove è impossibile utilizzare i dispositivi tradizionali.
“L’aspetto innovativo sta nell’aver utilizzato un’architettura elettro-ottica assolutamente non convenzionale e componenti speciali (come fibre ottiche di quarzo, specchi dielettrici, encoder ottici ad alta precisione) per realizzare una sonda capace di leggere le deformazioni provocate sulle pareti del reattore dagli impulsi di plasma ad altissima temperatura”, spiega l’esperto dell’Enea Giorgio Fornetti. In questo modo si riesce a ispezionare, quantificandole, le polveri di grafite che si depositano sulle pareti del reattore e che ne pregiudicano il funzionamento. L’occhio elettro-ottico è stato sviluppato in forma di prototipo ed è attualmente oggetto di una gara internazionale per la produzione industriale e l’impiego nelle future macchine fusionistiche a partire da Iter che verrà completato nei prossimi anni.